Gas russo, come lo paghiamo?

Gli accordi per il pagamento del gas dai paesi “ostili” aggirano le sanzioni

Mimmo Loperfido

A che punto è l’energico braccio di ferro tra rubli e valute occidentali?
Partiamo dal principio. Putin giustificò così, in un vertice, la sua ardita decisione: “Noi cediamo quotidianamente le nostre risorse e in cambio ci mandano euri o dollari. Che ce ne facciamo se, per via delle sanzioni, non li possiamo toccare? Non può andare avanti così: devono pagarci in rubli!“.
Vediamo la soluzione. I cosiddetti “paesi ostili“ non manderanno più il danaro in Lussemburgo dato che lì la Russia non può toccarlo. Andrà direttamente su un conto dedicato in una banca moscovita (una delle poche ancora non sanzionate). Lì il flusso si orienterà virtualmente verso l’acquisto di rubli ed una volta fatto il cambio valuta, si trasferirà su un altro conto Russo. Da quel momento in poi entrerà nella piena disponibilità della Federazione.
Dunque, Putin ha ottenuto quello che voleva: se gli euro o i dollari non si trasformeranno in rubli, chiuderà i rubinetti del ga . La sua divisa si è già notevolmente rivalutata e con tutta probabilità ci saranno ulteriori apprezzamenti. Quindi un mare di disponibilità che prima non aveva e adesso invece avrà.
Tenetevi forte: sanzioni raggirate con la involontaria (ma obbligata ) complicità dei paesi ostili…
Qualcuno si chiederà: già ma dove li spenderanno tutti quei soldi? Nei due terzi dei Paesi del pianeta che non stanno applicando le sanzioni.

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