Draghi: “In guerra servono misure straordinarie”

L’ex governatore della Banca d’Italia ed ex Presidente della Banca Centrale Europea prova a dettare l’agenda dei prossimi mesi

Vito Longo

In una straordinaria intervista rilasciata al Financial Times e ripresa da più parti, Mario Draghi, che molti invocano anche per palazzo Chigi ma c’è chi lo vede bene al Quirinale, traccia la sua ricetta per affrontare la difficile situazione dei prossimi mesi.

Proviamo, di seguito, a ricapitolare quelle che sono state le sue parole.

“Bisognerà prendere presto atto che la situazione è assolutamente inedita e che, quindi, richiede misure nuove e straordinarie.”

“Il debito pubblico, anzi i debiti pubblici, degli Stati cresceranno e anche di tanto. Ma questo non deve spaventare. Attraverso un piano pluriennale di rientro del debito si potrà far fronte alla inevitabile impennata di questo periodo.
Ma non è necessariamente un brutto segnale se si interverrà nella giusta direzione. Le aziende sono già in difficoltà e lo saranno probabilmente ancora di più al termine di questa crisi. Che fare, dunque? Lo Stato dovrà farsi carico dei debiti privati, assorbendoli in quello pubblico e arrivando, progressivamente, alla cancellazione degli stessi. Far sopravvivere le aziende sarà vitale: grazie ad esse non crollerà la capacità di reddito e si potrà ripartire prima e meglio, salvaguardando i redditi di tante famiglie.”

“Sarà impensabile non ricorrere a strumenti di sostegno ai redditi più bassi; non introdurre misure di protezione alle fasce più fragili ed escluse dal sistema produttivo.”

“L’Europa non deve esitare e non deve disgregarsi. Ogni perdita di tempo, in questa fase, è imperdonabile. Siamo di fronte ad un momento cruciale e non ci è concesso essere titubanti o scettici.”

Questi sono solo alcuni degli spunti offerti da Mario Draghi. Al centro di tutto il suo discorso c’è la salvaguardia dell’uomo e del lavoro. Una netta inversione di paradigma rispetto al mantra che ha guidato l’Unione Europea negli ultimi anni: basta con il primato della finanza.

Al primo posto dev’esserci la protezione sociale, anche a scapito degli equilibri economico-monetari. Gradita l’opinione dei lettori in proposito.