Conte: occasione storica per l’Italia
Il sale della democrazia è il manifestare liberamente il dissenso. Il sale delle conferenze stampa le domande dei Colleghi.
Gianvito Pugliese
Ormai siamo abituati. Nelle conferenze stampa del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non attendiamo l’enunciazione di nuove regole, che sistematicamente sono state anticipate da tutti, noi compresi, visto che le notizie si diffondono con precisione e dovizia di particolari mediamente dalle 12 alle 24 ore prima dell’annuncio ufficiale. Contano invece le enunciazioni di carattere generale, quelle che qualche Collega accusa di essere vaghe e inconsistenti, ma che in realtà indicano con discreta chiarezza il progetto che il governo intende o vorrebbe perseguire.
Si perché. a dispetto degli appelli all’unità nazionale, auspicata da Sergio Mattarella, se da un lato l’opposizione interpreta il proprio ruolo in modo intransigente, proponendo l’irrealizzabile, fingendo, quindi, aperture respinte, il vecchissimo gioco del cerino, non è che nella maggioranza regni sovrana la compattezza. Tra Pd (con Leu) e il M5S non c’è, non dico una visione unitaria, ma neanche dopo le interminabili mediazioni del Premier un raccontano univoco, Poi arriva col carico da 11 Renzi, che più perde consenso, più avanza proposte, astruse e totalmente impraticabili. Come si fa a parlare del “Sindaco d’Italia” (un residuo del Patto del Nazareno), cioè l’elezione diretta del Premier in un Paese che non ha ancora trovato un’accordo sulla legge elettorale. Ma se non sappiamo ancora se avremo il proporzionale o il maggioritario, con quali soglie di sbarramento, alle quali domande non c’è risposta, con la scusa che è meglio attendere prima l’esito del referendum sul taglio dei parlamentari, ma si può pensare all’elezione diretta dell’uomo solo al comando? Perchè c’è chi la dice brutale e chi la raffina, a seconda delle scuole e delle compagnie frequentate, ma la sostanza non cambia di molto.
La conferenza si tiene all’aperto nell’atrio di Palazzo Chigi. “Dati sull’epidemia incoraggianti, grazie al Vostro sacrificio”. Ce ne eravamo accorti dei sacrifici. Respinge l’attacco del Presidente di Confindustria, Bonomi, “Governo fa più danni del Coroavirus”, che effettivamente ha esagerato, ha sbagliato ruolo, non doveva fare la controfigura a Pappalardo, rappresenta gli industriali non i gilet arancioni. Conte parla di fisco iniquo, da riformare integralmente ed immediatamente, ma si e ci ricorda saggiamente che abbiamo un codice civile che risale a prima della fine della seconda guerra mondiale. Non solo Csm e codice penale sono le priorità, afferma, pure quello civile aspetta revisioni e la durata dei processi, da “storia infinita”, frena l’investimento di capitali esteri. Come se lentezza e scorrettezza burocratica, le infrastrutture obsolete, le banche truffaldine, che un progetto finanziabile non sanno cosa sia, una classe politica sguaiata da rissa allo stadio, fossero tutti elementi idonei a spingere ad investire in Italia. L’augurio, ovviamente, è che alle riforme, ammesso che arrivino, ci mettano mani persone che non facciano, come al solito, che, per semplificare, innestano una dozzina e più di nuovi farraginosi intoppi in ogni attività che preveda un ente pubblico come interlocutore necessario.
“Dobbiamo ridisegnare l’Italia. È un’occasione storica, dobbiamo rinnovare il Paese dalle fondamenta”, afferma Conte, ricordando che gli stanziamenti europei non possono essere il tesoretto di un governo o di una maggioranza. Si esce dalla crisi solo con un patto per la rinascita e questo implica il coinvolgimento di tutti, opposizioni in primis.
A domanda risponde che ritiene ci siano le condizioni per la revoca della concessione ad Autostrade. Spero faccia scoprire ai pentastellati che Anas sta messa peggio di Autostrade e crolli se ne verificano anche sotto la sua gestione. Non tifo per Autostrade che ha, non da sola però, sulla coscienza quei 43 morti. Ma eviterei l’Anas come la peste o tutta la rete autostradale nazionale sarà come la Salerno-Reggio Calabria. Non ci piove.
Sempre, se non erro a domanda dei Colleghi, trova sconcerto per la discriminazione dell’Austria nei confronti dell’Italia ed afferma il diritto delle opposizioni a manifestare, “è il sale della democrazia”, ma nel rispetto della sicurezza dei cittadini. E sul Mes non ha cambiato idea. La scuola riaprirà a settembre,
Come sempre è più dalle risposte ai giornalisti che dal monologo che apprendiamo qualcosa.
Intanto, il governo pone la fiducia sul dl Imprese al Senato e sul dl Scuola alla Camera. Nessuno gli ha chiesto se per timore della tenuta della maggioranza sui singoli provvedimenti o se per difenderli dalla quintalata di emendamenti ostruzionistici. Una cosa è proclamare e fare appello all’unità, altra crederci.
I commenti delle opposizioni, li ho letti e Ve li risparmio, cari amici lettori. Potete scriverli Voi senza averli letti, ad intuito, secondo lo schema predefinito.
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