Bufala ripresa dal giudice della Corte Suprema

La Corte Suprema dovrebbe “riconsiderare” alcune passate decisioni in merito a contraccezione, matrimoni gay e sulle relazioni omosessuali

Lidia Petrescu

Cellule di feti abortiti nei vaccini contro il Covid-19. Una delle bufale più clamorose circolate sul web per mano dei no-vax nell’ultimo anno e mezzo, da quando cioè le case farmaceutiche (Pfizer e Moderna, ma non solo) hanno sviluppato il vaccino contro il virus Sars-CoV-2. La bufala, senza alcun fondamento scientifico, è stata ripresa e fatta propria da un giudice della Corte Suprema USA. Le sue parole arrivano pochi giorni dopo la bufera per la sentenza che ha rimesso in discussione il diritto all’aborto negli Stati Uniti d’America.

Clarence Thomas, il giudice repubblicano, secondo quanto scrive il giornale “Politico”, ha suggerito che i vaccini contro il Covid-19 siano stati sviluppati usando cellule di “bimbi abortiti”. “Politico” cita le sue parole come un’opinione di minoranza su un caso in cui la Corte suprema si è rifiutata di prendere in esame il ricorso di alcuni operatori sanitari, che invocavano la libertà religiosa per sottrarsi all’obbligo di vaccinazione imposto dallo stato di New York.

Obiettano su basi religiose contro tutti i vaccini anti Covid disponibili perchè sono stati sviluppati usando cellule derivanti da bimbi abortiti”, scrive Thomas, che era favorevole ad esaminare la causa dei ricorrenti.

Nessuno dei vaccini anti Covid 19 in Usa contiene cellule di feti abortiti, precisa il giornale Politico, ricordando che cellule ottenute da aborti scelti liberamente alcuni decenni fa furono usate in test durante lo sviluppo di vari vaccini e non per crearli, da qui la grande confusione che si è trasformata in una bufala colossale.

Thomas, 74 anni, è giudice della Corte Suprema dal 1991, nominato dall’allora presidente George Bush padre: oltre ad essere il giudice col servizio più lungo tra gli attuali membri, è considerato anche uno dei più conservatori. E non a caso nella sentenza dello scorso 24 giugno con cui la Corte ha ribaltato la sentenza Roe vs Wade, che garantiva da 50 anni il diritto all’aborto, c’è anche il suo voto proprio a favore della sentenza e contro l’aborto. E come se non bastasse pochi giorni fa, lo stesso Thomas in alcune dichiarazioni ha fatto capire che secondo lui la Corte Suprema dovrebbe “riconsiderare” alcune passate decisioni in merito a contraccezione, matrimoni gay e sulle relazioni omosessuali.

Una Corte Suprema sempre più simile ad un tribunale talebano, tra oscurantismo e dozzinali superstizioni.

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