Aiuto! Ho smarrito il cane …

Cosa rischia il padrone del cane che scappa? Il primo articolo di una trilogia dedicata al nostro amico a quattro zampe

Rocco Michele Renna

Essere padroni di un cane è come avere un figlio. si dice; ed in effetti, anche dal punto di vista giuridico, possedere un animale domestico comporta una molteplicità di obblighi e doveri, riconducibili al proprietario sulla base di una responsabilità oggettiva paragonabile a quella tra genitore e figlio minorenne, con la particolarità che, l’animale da affezione è equiparato ad una res, ed il soggetto risponderà in qualità di titolare del rapporto di custodia e di garanzia.

Il cane dal guinzaglio è sfuggito o ha saltato il recinto del giardino dove lo tenevi. È arrivato un ospite, ha aperto la porta di casa e, senza che tu lo volessi, il tuo fido amico a quattro zampe è sceso dalle scale di gran carriera, richiamato forse dagli odori della primavera, e si è messo in cerca di avventure “amorose”. Da allora non lo hai più visto.

Di sicuro, il tuo primo problema non è certo di natura legale ma affettiva: così, la prima cosa che fai, è riempire il quartiere  e i social con avvisi e foto dell’animale, nella speranza che qualcuno lo ritrovi e te lo riconsegni.

Cosa succede se a trovarlo è l’accalappiacani? Probabilmente, grazie all’anagrafe canina e al microchip che gli è stato assegnato all’atto della “denuncia”, riuscirebbe a risalire al suo proprietario e a riportartelo. Ma, in quel caso, saresti tenuto a pagare una multa se il cane scappa. Augurandoci, dunque, che il cane sia microchippato e quindi inserito in una anagrafe canina, altrimenti commetteresti un altro illecito, ma questo ve lo scriverò un’altra volta…

Se l’animale sfuggito al controllo del padrone provoca dei danni? Secondo quanto stabilito dall’articolo 2052 del Codice civile, il proprietario di un animale, o colui che lo detiene, è responsabile dei danni da questo cagionati, anche nel caso in cui fosse smarrito o fuggito, tranne quando viene dimostrato il caso fortuito.

Come si evince dalla norma, non è sempre e solo il proprietario del cane a dover rispondere in caso di danni, ma anche chi lo detiene (deve essere maggiorenne), seppure temporaneamente.

Come ribadito dalla Cassazione, nella sentenza n. 20102 del 2018, l’obbligo di custodia, quindi il dovere di controllare e vigilare affinché l’animale non provochi danni a terzi, prescinde dalla proprietà dell’animale risultante dal microchip o dall’anagrafe canina, ma vige ogni qualvolta sussista una relazione tra il cane e la persona, anche di semplice detenzione.

Chiunque quindi, al momento dell’incidente, abbia il potere di controllo sull’animale è responsabile dei danni cagionati da quest’ultimo. Perciò, può essere tenuto al risarcimento non solo il padrone dell’animale, ma anche i dog sitter, le pensioni per i cani, il canile e persino l’amico o il vicino di casa a cui viene affidato temporaneamente l’animale.

Non dimentichiamo che la giurisprudenza specifica che l’obbligo di custodia e vigilanza di chi detiene un animale vige anche all’interno della propria abitazione.

Se un cane sfugge al guinzaglio mentre viene portato a passeggio si può parlare di caso fortuito? Secondo recenti sentenze dei tribunali, se un cane nonostante il guinzaglio, strattonando riesce a scappare, chi lo deteneva è responsabile degli eventuali danni provocati.  Quindi, non viene considerato un caso fortuito il cane che riesce a sfuggire al controllo del padrone, anche se di grossa taglia e dotato di molta forza.

È, infatti, compito e dovere di chi porta a spasso un cane conoscere l’animale e adottare tutte le cautele e le precauzioni necessarie per evitare che questo possa provocare dei rischi a terzi, come ad esempio l’utilizzo di un guinzaglio adeguato al peso del quadrupede o della museruola.

Se il nostro cane dovesse scappare e finire sul terreno o nel recinto di un’altra persona potremmo andarlo a riprendere. Il nostro codice civile, infatti, riconosce un vero e proprio diritto di inseguire l’animale che sia accidentalmente finito nella proprietà altrui, obbligando il proprietario del terreno – che si rifiuti di riconsegnarlo – a consentirci l’accesso o comunque il passaggio.

La norma parla di animali “mansuefatti” intendendosi come tali quegli animali, originariamente selvatici, che sono stati addomesticati dall’uomo; quindi non solo cani e gatti, ma qualsiasi animale ammaestrato.

Attenzione: se qualcuno si affeziona al nostro animale, e noi non lo recuperiamo in tempo, rischiamo di perderlo. La legge, infatti, impone di reclamare il cane entro venti giorni da quando il proprietario ha avuto conoscenza del luogo in cui si trova. Diversamente, diventa di proprietà di chi se ne è impossessato. 

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