Un bel Presepe

Riceviamo, e pubblichiamo con piacere, delle foto di un bel presepe tradizionale, piuttosto esteso, di tipo napoletano. Cerchiamo di coglierne qualche particolare.

Maria Catalano Fiore

Presepe opera di Francesco De Cunto

Segnalazione e foto di Adriana De Gaudio

La nostra amica docente, scrittrice e poetessa, ma soprattutto una persona estremamente sensibile, Adriana De Gaudio, ci invia queste foto di un bellissimo presepe a Cosenza.

Un presepe costruito anno dopo anno, in una zona del suo studio, da un medico chirurgo specialista in odontostomatologia, Francesco De Cunto.

Scene di vita quotidiana e l’immancabile fiume, acqua simbolo importante di purificazione dal peccato originale, acqua che purifica con il battesimo.

Francesco De Cunto rispetta e tramanda la tradizione del presepe napoletano, offrendo ai suoi, ohimè, pazienti, uno spettacolo unico che si rinnova anno dopo anno, con modifiche, ampliamenti. Soprattutto nuovi figuranti provenienti da San Gregorio Armeno, la culla della produzione di figurine del presepe, attiva non solo a Natale, ma per tutti i dodici mesi dell’anno.

Donne laboriose

In effetti il cuore pulsante del Natale partenopeo è il presepe.

Anche se è opinione comune che il primo presepe nel mondo sia opera di San Francesco, si può tranquillamente affermare che: “Napoli è la Capitale del Presepio”.

Nel Settecento, è a Napoli, infatti, che la tradizione presepistica diventa una vera arte. Le grandi e medie famiglie, ne subiscono il fascino, ed in seguito anche il popolo, e si dedicano a questa particolare “Arte Sacra”. Si creano i vari personaggi, si confezionano i loro abiti sontuosi o meno.

Panoramica del vasto presepe

Nascono botteghe artigiane che finiscono per concentrarsi tutte in una strada, Via San Gregorio Armeno, nasce un vero e proprio culto del presepe.

La composizione di un presepe in stile “napoletano” non si limita alla sola scena della Natività, ma diventa la rappresentazione di un vero spaccato di vita.

L’evento epocale della nascita di Dio in terra si intreccia nella vita di una Napoli antica e diroccata, tanto umile, quanto verace.

Ogni pezzo che compone il presepe, dallo scenario ai personaggi, ha un suo imprescindibile e profondo significato.

Benino dormiente

In un presepe napoletano che si rispetti non devono mancare, ad esempio, il pastore simbolo dello stupore umano di fronte alla rivelazione del Divino.

Suo esatto opposto il pastore che dorme, Benino, simbolo dell’umanità che non riconosce la venuta di Gesù, oppure il fiume: l’acqua come elemento primordiale assume il significato della vita.

Ricostruzione di un mercato in attività

E’ importante che la scena della Natività venga rappresentata all’ombra di colonne greche in rovina la nascita di Cristo è punto di non ritorno dove il culto pagano viene rovesciato e “spezzato”.

Moltissime famiglie conservano di allestire nella propria casa, o luogo di lavoro, il presepe l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, e smontato dopo l’Epifania.

La Sacra Famiglia

Il Bambinello è l’ultimo elemento che va inserito nel presepe: antica tradizione vorrebbe che, la notte di Natale, si faccia una piccola “processione del Bambinello”, dove si porta in processione ogni stanza della casa la statuina cantando “Tu scendi dalle stelle”.

Terminato il rito, la si ripone nella mangiatoia.

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Contatti: direttore@lavocenews.it o info@lavocenews.it. Grazie.