Tiziano: restaurato il suo Farnese

La Tela del Tiziano restaurata. In copertina, accanto il direttore del Museo e del Real Bosco di Capodimonte Silvan Bellenger e la Direttrice dell’ Ist. Centrale di Restauro di Roma Alessandra Marino.

Maria Catalano Fiore

Presentato ufficialmente, a Roma, presso L’Istituto Centrale del Restauro, nei giorni scorsi, il bellissimo Ritratto di Pier Luigi Farnese in armatura, un dipinto ad olio su tela del Tiziano, realizzato nel 1543 e conservato nel Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, pulito e risarcito nelle screpolature.

Presentazione formale della tela dopo il restauro

E’ stato possibile restaurare questa preziosa tela grazie al finanziamento dell'”art bonus” da parte di tre aziende campane TECNO, GRADED, PASSEL, prima con la campagna di indagini diagnostiche, poi con il Restauro.

Un modello integrato di mecenatismo, promosso e sostenuto dall’Advisory Board del Museo e Real Bosco di Capodimonte Presieduto da Giovanni Lombardi, che ha già in precedenza portato al restauro di importanti dipinti.

Il dipinto fa parte della prestigiosa “Raccolta Farnesiana” del Museo, giunta a Napoli con l’ascesa al trono di Carlo di Borbone nel 1734, grazie al dono della madre Elisabetta Farnese.

Tiziano: Ritratto di Pier Luigi Farnese (la foto purtroppo, non rende la bellezza dei colori tizianeschi.)

Quanta storia in questo Ritratto, storie di casate, epoche, guerre e di un elemento della Famiglia Farnese non proprio esemplare, ma vediamo di scoprire qualcosa in più.

La figura fiera ed altera è quella del duca Pier Luigi Farnese (1503-1547) primogenito di Papa Pio III Farnese (1468-1549). Alessandro Farnese Papa Pio III dal 1534 sino alla sua morte. In precedenza all’investitura papale dal 1500 ha una moglie/donna e ben quattro figli, di cui tre vivi: Pier Luigi, Ranuccio e Costanza. La sua condotta “riprovevole” causa il suo allontanamento da Roma, vive presso la colta corte di Lorenzo de’ Medici, conosce artisti e letterati e Giovanni e Giulio de’ Medici che lo precederanno come Papi.

Tiziano : CARDINALE Alessandro Farnese

Rientrato Roma, si ritrova nelle grazie papali grazie a sua sorella Giulia Farnese, amante del Papa Borgia. Già vescovo nel 1499, ordinato Cardinal,e cura bene i suoi interessi, nel 1505 vengono legittimati i suoi figli, e nel 1513 avvia la costruzione di Palazzo Farnese, non è a Roma durante il “Sacco dei Lanzichenecchi” (Pier Luigi si e combatte con valore), viaggia molto. E’ un personaggio molto influente presenzia, da invitato d’eccellenza alla incoronazione di Caro V d’Asburgo ad imperatore nel 1530. Nel 1534 viene eletto Papa.

Tiziano : Alessandro Farnese – Papa Pio III

Pier Luigi è nominato da suo padre il Papa, prima Duca di Castro e poi nel 1545 Duca di Parma e Piacenza, grazie alla donazione di alcuni possedimenti della Chiesa. Pier Luigi, che non era uno stinco di Santo, era gay dichiarato, ma era il prediletto da suo padre il Papa che voleva comunque per lui una famiglia ed una progenie. Nel 1519 sposa Gerolama Orsini, comunque una buona moglie che sopportava con dignità gli eccessi, le stravaganze e le brutalità del marito.

Il Farnese si rivela anche un guerriero selvaggio, coinvolto su più fronti ed al soldo di più padroni. Anche suo fratello minore, Ranuccio, era come lui ma non così brutale. Durante il sacco di Roma del 1527 combatte pro e contro il Papa, riuscendo a salvare il Palazzo di Famiglia ed il suo contenuto di Arte, arredi e gioielli. Con la peste e l’abbandono di Roma il Farnese si da a furti e profanazioni tali da ricevere un “Anatema” Papale. Per riabilitarsi partecipa, nel 1528, alla battaglia di Manfredonia, in Puglia, dove Ranuccio perde la vita.

Tiziano: Ritratto postumo del Giovane Ranuccio 1552

Dopo questo atto, nel 1529, su intercessione paterna, l’anatema viene ritirato. Si ritira in famiglia, nel frattempo aveva avuto, da Gerolama, due figli: Alessandro e Ottavio. Il primo atto di Papa Pio III è di nominare suo nipote Alessandro, appena quattordicenne, Cardinale. In seguito avrà altri due figli Orazio e Ranuccio, anche lui, poi, cardinale, ed una femmina Vittoria, ben maritata.

Particolare del volto di Pier Luigi Farnese

Pier Luigi comincia a viaggiare, combattere, saccheggiare tutto quanto gli viene a tiro, un compramento esecrabile che giunge al culmine con l’episodio più squallido della sua vita. Molte sono le testimonianze dei contemporanei della sua sfrenata sessualità e delle sue tendenze omosessuali, anche se non disdegnava assolutamente le donne, ma il cosiddetto “oltraggio di Fano” lo consacrò come “un diavolo in terra”. Il Fatto viene riportato persino nella “Storia fiorentina” di Benedetto Varchi (!503-1565). L’autore comincia la storia riferendo delle voci che giravano sulle incontenibili depravazioni di Pier Luigi che sicura di farla sempre franca quale figlio del Papa, girava per gli Stati della Chiesa stuprando quanti giovanetti gli piacessero. In occasione dell’ispezione della Fortezza di Fano, fu accolto con tutti gli onori dal vescovo del posto, Cosimo Gheri, un ragazzo poco più che ventenne. Il giorno successivo il Farnese cominciò a palpare il vescovo, ma questo non era disponibile, anzi tentava di difendersi in modo piuttosto deciso. Pier Luigi lo fece legare dai suoi uomini e sotto la minaccia dei loro pugnali lo violentò. Il povero giovane vescovo, non sopportando questa umiliazione e depravazione, resa anche pubblica come un trofeo, dopo qualche giorno morì, forse avvelenato da qualcuno che voleva tappargli la bocca per sempre.

Dopo questa prodezza prese possesso di altri vasti territori nominando suo figlio Ottavio Duca di Castro. Un vero patrimonio nello Stato Pontificio con foreste, vigne e terreni coltivati ed ampia rendita. Pier Luigi voleva trasformare Castro nella capitale del nuovo Stato, chiama quindi Giuliano da Sangallo il giovane a cui commissionò la cittadella, il Palazzo ducale e la zecca. Nel 1538 il figlio Ottavio sposa Margherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V, consolidando così la loro amicizia.

Nel 1543 il figlio dodicenne Orazio fu inviato alla corte di Francesco I di Francia e nel 1545, il figlio minore Ranuccio viene creato cardinale dal nonno Papa Pio III.

Papa Pio III nomina quindi Pier Luigi Duca di Piacenza e Parma nel 1545. Un Ducato notevolmente redditizio per cui il Papa dispose che Pier Luigi dovesse pagare un tributo alla Chiesa e cedere tutti i proventi di Castro al figlio Ottavio che rientra come “vassallo della Chiesa”.

A Piacenza Pier Luigi attua una ottima riforma radicale nella Pubblica Amministrazione, Giustizia e Istruzione, Ottimizzazione delle acque e le comunicazioni, ma per ottenere questo assoggettò tutti gli abitanti al pagamento delle tasse, ordinò un censimento di Beni, abitanti, bestiame ed altro per poter ripartire equamente le tasse. Cercò di garantire anche la difesa, aveva in mente di costruire anche una nuova fortezza.

I nobili lo odiavano, la borghesia ed il popolo non comprendevano. La politica generale era ballerina, Pier Luigi il 4 giugno 1547 fa sposare l’unica figlia Vittoria con il Duca di Urbino Guidobaldo II Della Rovere, alla fine dello stesso mese, suo figlio Orazio, già in Francia, con Diana figlia naturale del Re di Francia Enrico II. Comunque si forma una congiura di Nobili con Carlo V, preoccupato del suo arrivismo e ferocia, Pier Luigi morirà in circostanze sospette, accoltellato, nel 1547.

Il Papa era furioso, ma aveva abbastanza nipoti per ricoprire i vari ducati. Di lui si può dire come si disse del Caravaggio:” Morì male così come aveva vissuto”.

Tiziano Vecellio (1488- 1576) è stato senza dubbio uno dei più grandi ritrattisti del 1500, probabilmente dipinge questa tela a Venezia al rientro di un suo viaggio a Roma su invito del Papa che gli commissiona diverse tele. Tiziano si può definire come il “Ritrattista di famiglia”, suo anche il ritratto postumo di Ranuccio Farnese. commissionato sempre da Papa Pio III.

Tiziano ha già avuto un contatto con Pier Luigi, in Emilia nel 1543. E’ a questa data che si può attribuire il Ritratto.

Tiziano Vecellio, cittadino veneziano, si può definire un artista che oltre ad avere una solida bottega e una sua personale produzione, direttamente a contatto con i potenti dell’epoca, suoi maggiori committenti, ha una vera e propria industria di Ritratti importanti, spesso replicati dai suoi collaboratori.

Il rinnovamento della sua pittura si basa su un personalissimo uso del colore in alternativa al michelangiolesco uso del disegno. L’accordo fra le diverse zone cromatiche tra zone con tonalità calde e fredde e l’uso sapiente della luce che conferiscono unità ed armonia nei soggetti rappresentati.

LA TELA PRIMA DEL RESTAURO

Al momento del restauro del ritratto di Pier Luigi Farnese, la Tela aveva subito una significativa perdita di colore, anche se era intatta la sua composizione brillante a sottolineare lo spirito ed importanza militare del Duca. Ovviamente piccole lacune ed abrasioni, le condizioni del supporto erano discrete grazie ad una foderatura realizzata nel 1957.L’intervento è stato preceduto da una accurato esame diagnostico, utile a raccogliere più informazioni possibili prima di metter mani sulla tela. Poi il processo di pulitura ed integrazione pittorica per recuperare meglio la leggibilità dell’opera.

Fronte dopo la pulitura

Tiziano dipinge un Duca apparentemente distratto che suggerisce il passaggio velocissimo tra la visione e l’azione, amplificato dal gesto della mano destra che afferra il bastone, simbolo del suo comando militare. Quindi individua la sua personalità forte ed impulsiva. Tiziano cattura gli effetti luminosi della luce che scintilla sull’armatura di Pier Luigi con inimitabile abilità. Un soldato sulla sinistra issa la bandiera papale cremisi alle spalle del duca, accentuando ancor più la sua imponente presenza.

Questo Dipinto, va ribadito, fa parte della raccolta farnesiana del Museo e Real Bosco di Capodimonte giunta a Napoli con l’ascesa al trono di Carlo di Borbone (1734), grazie al dono della collezione della madre Elisabetta Farnese. Elisabetta (1692-1766) nata come principessa di Parma e Piacenza, erede di questa importante dinastia, ormai in estinzione, sposa nel 1714 Filippo V di Spagna, vedovo di Maria Luisa di Savoia (1688-1714).

Re Fiippo V di Spagna e sua Moglie Elisabetta Farnese di Borbone Parma

Come tutti i Farnese si dimostra scaltra ed esercita un ruolo di primo piano nella direzione politica del Regno, sostituendosi di fatto al debole marito e occupando la scena politica europea sino alla morte. Primo atto fu Stabilire che alla dipartita di suo padre Francesco Farnese il Principato di Parma e Piacenza passasse al suo figlio primogenito Carlo, erede, per asse dinastica, anche del trono spagnolo. I primi due eredi, suoi fratellastri muoiono giovani e senza figli. In effetti Carlo dopo Parma e Piacenza prende il controllo sul “Regno delle due Sicilie”, nel 1734. Nel 1759 come Carlo III di Borbone-Parma suo figlio diventa re di Spagna, lasciando le due Sicilie a suo figlio compreso il ricco tesoro dei Farnese, da sempre ospitato nel Museo di Capodimonte.

L’opera sarà in mostra, a partire dal 18 marzo 2022 presso il Complesso Monumentale della Pilotta a Parma nell’ambito della mostra “I Farnese Architettura, Arte Potere” patrocinata dal Ministero della cultura ed inserita nei progetti di Parma Capitale della Cultura Italiana (2020-2021), sospesa per via del Covid 19, ora ripresa anche con un prestito significativo di opere ed armature ed altri preziosi oggetti della Collezione Farnese dal Museo di Capodimonte.

Sicuramente da non perdere.

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