Tiziano e le donne

Tiziano e le donne nella Venezia del 500, la grande mostra allestita nel Palazzo Reale di Milano.

Maria Catalano Fiore

Una mostra molto importante per la cultura, la storia e la sociologia è in itinere a Milano, ma affronta un discorso particolare estendendosi da Tiziano ad altri colleghi illustri della stessa epoca e al loro modo di ritrarre o rappresentare le donne in una Venezia ben diversa dal resto d’Italia e di Europa, dove le donne sono belle, colte, poetesse, artiste, anche le cortigiane, hanno un ruolo importante nella Società della Serenissima.

Questa mostra identifica in Tiziano Vecellio proprio il testimone privilegiato dello stile di vita delle donne veneziane.

Tiziano: La Maddalena

Più di 100 opere di cui 47 dipinti, accompagnato anche da maestri a lui coevi ed affini come Giorgione, Palma il Vecchio, Jacopo Tintoretto, Paolo Veronese, Lorenzo Lotto ritraggono questo momento particolare di Venezia e delle sue donne.

La maggior parte delle opere provengono da Vienna, mentre i contributi letterari dai principali archivi milanesi. Secondo la curatrice della mostra Sylvia Ferino: “Tiziano ha ricreato la donna. Che si trattasse di dipinti religiosi, di ritratti, di “belle donne” o di personaggi femminili della mitologia , l’artista riuscì a conferirle un aspetto così vitale e luminoso, un tale spessore ed un erotismo sempre così meravigliosamente sofisticato da assicurare fama eterna alla donna e a se stesso”.

Tiziano: Giovane donna con cappello piumato 1534-36 ca. olio su tela, 96×76 proprietà del Museo dell’Hermitage, San Pietroburgo (con il quale esiste un contenzioso: restituirlo come per legge o lasciarlo protetto in Italia in questo periodo?

In questo lungo percorso espositivo, scandito in 11 sale, Tiziano e i suoi contemporanei definiscono un profilo modernissimo della donna, pur con gli stessi temi, del Ritratto o Epici o Religiosi.

Aprono il percorso espositivo con eleganza ed autorevolezza i due ritratti di Isabella D’este (eseguito tra il 1534-36), nobile, mecenate e collezionista d’arte, reggente del marchesato di Mantova. Donna di grande spessore di cui abbiamo parlato

Tiziano: Isabella D’Este (1538) Galleria degli Uffizi Firenze

ed Eleonora Gonzaga della Rovere (1537ca.). Figlia di Isabella, nipote di Ercole I D’Este e Lucrezia Borgia. Poco più avanti “La Bella” della Galleria Palatina di Firenze della quale non è stata individuata l’identità. Tiziano crea intorno a questi ritratti una sorta di crescendo di erotismo e seduzione. E’ sicuramente di nobili origini a giudicare dagli abiti fastosi, dall’eleganza dei gioielli, dalla fierezza del portamento.

Forse un po’ idealizzate……

Interessante anche il ritratto di una bambina di casa Redetti-Moroni.

In quell’epoca non è molto popolare il “culto della memoria” e sono vietati ritratti celebrativi soprattutto delle donne. Ma i ritrattisti veneti si inventano il filone delle Belle veneziane” ritraendo spose promesse o cortigiane procaci, come quelle di Palma il Vecchio.

Si instaura un vero genere definito: “Apri il cuore” bellissimo esempio la misteriosa Laura di Giorgione del 1506, che ribatte come anche in età medioevale si celebrasse il seno di Maria e l’allattamento mistico del bambino Gesù.

Nel “Tarquinio e Lucrezia” (1572-76), Tiziano denuncia la violenza brutale sulla donna, mentre nella “Susanna e i vecchioni” (1555-56) costruisce una meravigliosa composizione tra la purezza della donna e il voyerismo rapace dell’uomo, ridicolizzando le figure dei due vecchi.

Tiziano: Susanna e i vecchioni

La pittura, di questi grandi, si dimostra alleata delle donne di cultura e testimonia anche come le donne partecipino alla cultura stessa: in mostra spiccano i ritratti di Veronica Franco (poetessa di cui abbiamo lungamente parlato) di Domenico Tintoretto

Tintoretto: Veronica Franco

Oppure la “Salomè”, alias Tullia D’Aragona, cortigiane erudite, diventate famose poetesse, d cui troviamo i volumi nelle teche.

Tiziano: Salome’

Molte figlie di famiglie notabili ricevevano una cultura umanistica come Gaspara Stampa. Attraverso le storie degli amori di Venere, con Marte, con Adone, Tiziano coglie l’occasione per ritrarre bellissimi corpi di donne divinizzati e sempre concupiti da qualcuno come la “Venere di Urbino” o la “Danae”.

Tiziano: Danae

Una mostra che vale la pena di vedere e comunque di documentarsi sugli usi tra il 1500 e 1600 nella Repubblica della Serenissima.

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