Presepi 2020-2021 – Storia del Presepe

Un tipico presepe di stampo napoletano, sempre affascinante. Questo è stato realizzato in uno dei vicoli della città antica di Bari. foto in concessione.

Maria Catalano Fiore

Questo Natale è dura per i Maestri Presepisti di San Gregorio Armeno, purtroppo con le botteghe chiuse come vi abbiamo mostrato. Ma non solo, anche per quelli che amano in Presepe e che amano esporre i loro capolavori. Idem per i presepisti di Puglia. Sono anni che per tradizione questi maestri espongono i loro Presepi artigianali, a cui lavorano per mesi, presso la Sala Gioacchino Murat, in Piazza del Ferrarese o nel Fortino delle antiche mura nel centro di Bari. Purtroppo, in questo 2020, non possono esserci esposizioni, assembramenti ed altro…perciò il loro amministratore e portavoce si è rivolto al nostro giornale per poter esporre delle foto. Fare una piccola carrellata di questi Presepi. I loro sono davvero piccoli capolavori artigianali eseguiti con tanta maestria e passione per il Presepe nel vero spirito natalizio. Perché no? Questo Natale dovremo pur viverlo. Quindi cominciamo da qualche nozione storica, poi una carrellata dei migliori presepi della Puglia.

A chi non piace il Presepe? Lo chiedeva Eduardo de Filippo a suo figlio in “Natale in Casa Cuppiello” (la famosa commedia): “Lucariell ti piace u’ Presepio?”. A chi non piace? (veramente Lucariell era scettico) ma la tradizione va rispettata!

Innanzi tutto la parola Presepe, da dove deriva? dal latino Praesepe o Praesepium vuol dire “Mangiatoia”, rappresentazione della natività. All’inizio avere un Presepe era, comunque, un privilegio della Chiesa, poi della Corte, poi delle Famiglie nobili, che spesso finanziavano i precedenti.

Ma quanto conosciamo veramente sul Presepe? La Chiesa da sempre racconta la suggestiva storia del “Presepe di Greccio” realizzato da San Francesco la notte di Natale del 1223. Un’immagine suggestiva di un presepe vivente, ma non si può certo affermare che sia stato il primo in assoluto, vivente…forse.

Affresco medioevale che illustra il Presepe di Greccio

Come al solito, la storia, scritta dagli agiografi medioevali, ad uso e consumo del Papato o di qualche Santo, va riscritta. I documenti parlano chiaro.

Gli Evangelisti Luca e Matteo, furono i primi a parlare della nascita di Gesù, sicuramente sono più attendibili. Soprattutto il famoso Evangelo di Luca, apparso/ritrovato nel II secolo d.C. e poi divulgato nelle prime comunità cristiane, dove comunque c’era l’uso dei pupazzetti nella nicchia (reminiscenza, se vogliamo, dei Lari e Penati degli antichi romani). Comunque rappresentavano la Sacra Famiglia, o almeno la Madonna e suo figlio.

Il primo vero Presepe è menzionato in un documento a Napoli nel 1025. che parla addirittura di una Chiesa delle Clarisse, denominata appunto “Santa Maria del Presepe”.

Ad Amalfi nel 1324 è già esistente una Cappella del Presepe in casa della famiglia D’Alagno.

Nel 1340 la Regina di Napoli Sancia d’Aragona,(1285- 1345) moglie del Re Roberto D’Angiò (1277- 1343, re di Napoli dal 1309), regala alla Cappella della Natività, detta anche Cappella del Presepe, nell’importante Basilica dei Domenicani della città, proprio un nuovo Presepe per compiacere la passione del marito che tra l’altro aveva già arricchito la Basilica con un centro studi ed una ricca Biblioteca.

E’ chiaro che nella Capitale del Regno di Napoli, il Presepe prende man mano diffusione. Nel xv secolo compaiono i primi “figurarum sculptores” che realizzavano scene su commissione. Le varie famiglie Nobili, o almeno abbienti, dimostrano il loro status proprio con la presenza, in casa di un Presepe, con più personaggi. Ma anche tra i più poveri si realizzano dei pupazzi di creta o di stoffa principalmente con lo scopo di insegnare ai piccoli il verbo di Dio.

Nel 1507 Pietro Belvedere scolpì 28 statue lignee per la grotta realizzata con pietre provenienti da Gerusalemme.

Due statue, probabilmente rifatte o dorate del presepe del 1507, le pietre sullo sfondo sono ancora autentiche.

Da questo, più la visione di un padre domenicano comincia a diffondersi l’uso della Novena per il Natale. Nove giorni in cui si ripetono funzioni religiose per prepararsi all’evento. Tali novene si diffusero in città e in tutto il Regno di Napoli sino a quando Roma, nel 1725 sancì una “Novena di Natale” con canti e preghiere uguali per tutti.

Nel 1532 fu realizzato per il nobile Matteo Mastrogentile da Sorrento un presepe in terracotta dipinta veramente notevole per dimensioni e numero di figuranti.

Tipico Gruppo 600 esco vestito di stoffe acconciate ed inamidate. Generalmente era detti Presepi da Campana. Si tenevano sotto campane di Vetro per tutto l’anno.

In tutto il Regno di Napoli si intensifica quindi l’uso del Presepe e delle Novene dell’avvento sino al 600/700 quando ci sarà una vera apoteosi del presepe d’arte.

I figuranti erano vere opere d’arte, vestiti di stoffe anche preziose, a seconda del ruolo. Vere gare di bellezza a cui venivano chiamati a contribuire artisti di fama. Ad esempio Giuseppe Sammartino, 1720- 1793, o Sanmartino, l’autore del celebre Cristo velato della Cappella Sansevero, nel Duomo di Napoli era chiamato anche per creare alcune figure del presepe. Ma sui presepi Barocchi e Rococò napoletani, come su altri tipi di presepi, vale la pena di fare discorsi a parte. Di soffermarsi meglio. Il Presepe napoletano è comunque annoverato tra le bellezze del patrimonio culturale mondiale.

Seguitemi in questo viaggio particolare tra broccati e pietre preziose e vere dispute tra famiglie nobili e tra Re, sarà interessante.

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