Non solo la Scala..

In questi giorni di distanziamento sociale, che tradotto in parole semplici significa ‘ognuno sta a casa sua’, si può senz’altro affermare che oltre i bambini coloro che soffrono di più sono i musicisti, professionisti o amatoriali non fa differenza.

Vito Marangelli


Molti avranno potuto seguire sui social le esibizioni virtuali realizzate dagli orchestrali del Teatro alla Scala di Milano riunendo in un video comune brani suonati dal proprio domicilio. Ebbene, in quanto a uso creativo delle nuove tecnologie anche a Sud non siamo stati da meno.
Un gruppo corale della Provincia di Bari, il Coro giovanile “Joy Full Joy” insieme al Coro di adulti “Apulia Felix”, diretti dal Maestro Nilla Pappadopoli, ha prodotto e condiviso in questi giorni su Facebook e YouTube due brevi produzioni destinate a sopperire in parte alle tradizionali esibizioni dal vivo che per tanti anni li hanno visti protagonisti dei riti religiosi del Venerdì Santo (Il Compianto di Gesù Morto nella Chiesa di S.Antonio in Mola di Bari) e del Concerto Pasquale. Non hanno utilizzato spezzoni pre-registrati per realizzare una clip come tanti altri gruppi hanno fatto in questi giorni, ma hanno cantato ‘dal vivo’ utilizzando una delle app che consentono le video-connessioni sul web con finestre video degli interpreti mentre il Maestro dirigeva l’esecuzione quasi come in una vera performance. Il video-editing finale è stato realizzato da una giovanissima corista, Antonella Pappadopoli, appassionata di fotografia e videocomposizione.
Una clip è dedicata al Venerdì Santo e l’altra agli Auguri di Pasqua. Per chi lo desideri, sul web sono visibili le clip sia su Facebook che su YouTube.I link YouTube sono i seguenti: https://youtu.be/iRTJxv-G0S4 (clip Venerdì Santo) e https://youtu.be/blwueMg5LxA (clip Auguri di Pasqua). L’esperimento ha registrato finora un bel successo nei termini del nuovo applausometro internettiano, i likes ei commenti.
Certamente non sarà questa la sola esperienza tecno-musicale rintracciabile sui nostri social in questo periodo claustrale, ma si tratta senza alcun dubbio di una modalità innovativa che ha un costo praticamente nullo e che forse aprirà la strada a un mondo di nuove possibilità espressive nella musica anche dopo che la necessità del momento le avrà rese esplorabili e fattibili. 
Anche a Sud, non sorprendentemente, la passione dei musicisti ‘in gabbia’ trova una strada per comunicare al mondo con i nuovi canali di comunicazione e con impensate esperienze tecnologiche. Non solo ‘alla Scala’, dunque: orgoglio nostrano.