Lirica del colore nel paesaggio salentino

Paesaggi pugliesi nell’arte: un esempio fra tanti l’opera di Francesco Romano artista di Gioia del colle (1880-1924) “Campo di grano” 1920, pastello su carta 46×64.

Maria Catalano Fiore

Riordinando, nei giorni scorsi, cataloghi e pubblicazioni varie, è emerso un mio articolo pubblicato da una rivista italo-inglese “The Best of Salento Life Style” febbraio 2003 pp.221-224. Ve lo ripropongo, con qualche integrazione finale.

Rivista “The Best of Salento -Life Style

Premesso che il paesaggio pugliese è tutto bello e che, in arte si può parlare di una vera “Scuola di paesaggio Pugliese” partendo da un preciso dipinto ” Sull’Ofanto” di Giuseppe De Nittis un olio su tela del 1870.

Giuseppe De Nittis: “Sull’Ofanto”

” Nel Salento c’è una luce diversa, un riverbero accecante che specie nelle ore pomeridiane accentua la sua forza. Questa luce è solo in Puglia, nel Salento, certamente non a Milano o a Dussendorf”. Il paesaggio rappresenta l’identità dell’arte pugliese, sin dai tempi di Giuseppe De Nittis, di Damaso Bianchi, di Enrico Castellaneta, di Michele De Giosa; è garante di una visone autonoma rispetto al “vedutismo napoletano”. La sezione di “Arte & Maggio” 1999 dedicata al “Paesaggio” ha evidenziato l’urgenza di visibilità che gli artisti pugliesi attendono quale riconoscimento del loro ruolo di testimoni di una creatività ancorata strettamente al territorio.

Un premio “Paesaggio” era già presente nelle mostre sindacali pugliesi di inizio secolo. Un premio del MAGGIO DI BARI era riservato al paesaggio pugliese.

Nel 1970 il salentino Luigi Carluccio, giornalista e critico d’arte (Calimera 1911-San Paolo 1981) presenta, quale Direttore del Settore Arti Visive della Biennale di Venezia “Il paesaggio pugliese” in competizione con Christo e con gli stessi “pugliesi d’avanguardia”, Pino Pascali, Franco Marrocco, Antonio Paradiso, Fernando De Filippi, Ercole Pignatelli. Nel 1981, Carluccio, vuole portare questi paesaggi in Brasile alla Biennale di San Paolo, del 1982, purtroppo si spegne prematuramente proprio a San Paolo del Brasile, nel dicembre 1981.

Appare sensato parlare di “MALIA” o di “FASCINO” rammentando, anche, quanto insegnato da Vincenzo Ciardo (Gagliano del Capo, Leuca 1882 -Napoli 1970) “presidente morale” di questo stuolo di paesaggisti nel liberarsi definitivamente delle suggestioni della “Scuola di Posillipo”. La Scuola di Posillipo è la prima scuola d’Arte e paesaggio a livello mondiale, infatti sino alle vedute Napoletane di William Turner pittore inglese a lungo residente a Napoli (1775-1851) il paesaggio è solo uno sfondo non è un quadro stesso. L’eredità di Ciardo è raccolta, intorno agli anni 50, da un altro salentino di Santa Maria di Leuca, Aldo Riso (1928- 2008). Riso ha vissuto e lavorato a Roma in via Margutta, laureato in legge, ma conosciuto come pittore in tutto il mondo.

Con il Maestro Aldo Riso, Palazzo dei Congressi dell’ EUR , dicembre 1997, alle spalle una sua opera

Tra le varie testimonianze sulle sue opere Roberto Rossellini scrive: “Le opere di Aldo Riso hanno una luminosità tutta particolare. Case, strade, marine, tutto è accecato da una luce abbacinante di un Sud lontano, più un ricordo che paesaggio vissuto. Un fondale languido e romantico per una vita fatta di tragedia, sotto il dominio di un vuoto progresso materiale che l’artista combatte”. Toti Carpentieri l’ha illustrato magistralmente in vari scritti. Già nel 1992, in occasione della mostra “Immages Puglia” alla Cornerstone Galleries di Beverly Hills precisava che “Paesaggio non è un luogo, ma la sua rarefazione, l’emozionalità che scatena, è realtà culturale di un territorio, nella ricerca di una propria eredità e leit-motive di sperimentazioni diverse nel tempo”.

La ricognizione di Toti Carpentieri, operata con Luciano Cataldo per Arte & Maggio “Fra Miti, Realtà e Riferimenti” è particolarmente efficace per narrare la particolarità pittorica della Puglia. Non è un ritorno al passato, ma un invito a ridare valore alla natura nella quale l’uomo ritrova se stesso.

Negli scorsi mesi, a partire dal 15 marzo 2021, “Giornata Internazionale del Paesaggio” sino al 30 maggio 2021, si è tenuta presso la “Pinacoteca Metropolitana di Bari Corrado Giaquinto”, una esposizione di ben 50 opere sul paesaggio pugliese, selezionate, di proprietà della stessa Pinacoteca. Peccato che in pieno Covid 19 e poco pubblicizzata, abbia avuto poco riscontro di pubblico.

La Pinacoteca Corrado Giaquinto ha enormi depositi straripanti di opere di indubbio valore, ma che trovano poca collocazione e visualizzazione, tali opere, quando per caso, vengono esposte al pubblico assumono quasi l’aspetto di meteore…..appaiono e scompaiono.

Tra le 50 opere esposte in Pinacoteca in occasione di questa mostra vi erano quadri di:

Giuseppe De Nittis, Barletta – Bat (1848-1884)

Damaso Bianchi, artista ed architetto di Fasano – Brindisi (1861-1935)

Damaso Bianchi: “Paesaggio con muri bianchi” olio su tela 69×38,5

Francesco Romano, Gioia del Colle – Bari (1880-1924)

Enrico Castellaneta, Gioia del Colle – Bari (1862-1953)

Vito Stifano, Capurso- Bari (1908-1976)

Roberto De Robertis, Gravina di Puglia – Bari (1910-1978)

Roberto De Robertis: “Paesaggio Pugliese” 1958 olio su tela 60×80

Francesco Speranza, Bitonto-Bari (1902- 1984)

Vincenzo Ciardo, Gagliano del Capo -Leuca (1894-1970)

Sergio Nicolò De Bellis, Castellana Grotte – Milano (1898-1946)

Pasquale Morino, Forlì – Milano (1904-1975)

Cosimo Sponziello, Pittore di Tuglie, (1915-2005)

Luigi Russo, Monopoli – Bari 1904-1992)

Speriamo di poter rivedere queste opere, ed altre, conservate nei depositi della Pinacoteca Metropolitana Corrado Giaquinto, quanto prima.

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