La risposta dell’Arte alla mafia

Ieri 23 maggio, a 30 anni dalla strage di Capaci, Sky Arte ha programmato immagini d’arte dedicati al giudice Falcone, Francesca Morvillo ed alla sua scorta.

Maria Catalano Fiore

Sky Arte ha dedicato una pellicola/ documentario, ieri sera 23 maggio, a 30 anni dalla Strage di Capaci, che individua e puntualizza nella creatività uno strumento fondamentale per opporsi alla violenza della mafia.

“Arte VS Mafia”, questo documentario da voce agli artisti di Palermo che offrono la cultura come risorsa, l’Arte come arma di riscatto, il bello come risposta alla violenza mafiosa.

Sono trascorsi 30 anni dalla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a 40 anni da quella di Pio La Torre e Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Tony Gentile fotografo: La storica immagine privata dei due giudici

Il filmato in onda esclusivamente il 23 maggio ore 21,15 è introdotto e viene chiuso dalla voce di Paolo Borsellino, l’ultimo giudice di questa mattanza, convinto che contro il Crimine organizzato non basti la repressione, ma che sia necessario un ampio movimento morale e culturale.

Direzione di Simona Risi e scritto da Valeria Parisi racconta come queste morti abbiano segnato non solo le coscienze degli uomini comuni, ma anche del mondo dell’arte: artisti, giornalisti, fotografi, testimoni e famigliari delle vittime (Maria Falcone, Fiammetta Borsellino, Franco La Torre) danno vita ad una intensa narrazione.

Andrea Buglisi: la Porta dei Giganti

Tante le immagini a partire da quella foto scattata da Tony Gentile a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che si sorridono in un momento privato alla quale si ispira il murales dipinto dagli street artist Rosk e Loste sul lungomare di Palermo. Molto significativo anche quello che ha ispirato La Porta dei Giganti, una imponente installazione pittorica di Andrea Buglisi su due palazzi nei pressi del carcere dell’Ucciardone.

Murales parete dell’Ist. Nautico di Palermo

Velasco Vitali ha esposto per la prima volta “Il Branco” opera/ metafora realizzata con rifiuti derivanti dall’abusivismo edilizio, ora esposta nel cortile della Facoltà di Giurisprudenza a Palermo.

Velasco Vitali: Il Branco

Molto significativa l’installazione, in questi giorni, sempre presso la Facoltà di Giurisprudenza, la stessa frequentata dai due giudici, dell’ artista palermitano Salvatore Gottuoso.

Salvatore Gottuoso: istallazione maggio 2022

Emilio Isgrò artista delle cancellature, vede anche la sua “Sicilia cancellata”.

Le belle fotografie di Ferdinando Scianna raccontano un altro progetto di Isgrò: “Il Seme di Arancia” una gigantesca scultura a forma di seme, il seme della rinascita.

Claudio G. Fava ripercorre le tele del padre Giuseppe Fava, scrittore e giornalista ucciso dalla mafia catanese nel 1984 che combatteva con le sue parole.

Tv Boy: E’ tempo di andare avanti!

Molto intenso in quella cornice di un palazzo signorile, ora abbandonato, in piazza Marina, il murales di TV Boy, al secolo Salvatore Benintende: Giovanni Falcone davanti ad una scritta: “E’ ora di andare avanti!”

Ancora un murales su una scuola, il liceo Linguistico “Ninni Cassarà” realizzato dalla street artist Marisa Polizzi.

Igor Scalisi Palmiteri dipinge un roveto ardente dedicato a Don Pino Puglisi il prete ucciso al Brancacci nel 1994.

Toccante infine la testimonianza di Letizia Battaglia che ha fotografato sempre di tutto, ma dopo l’eccidio di Capaci ha giurato di non fotografare mai più eventi mafiosi.

Anche a Vietri di Potenza è stato dedicato un murales ai due giudici, opera dello streep artist Attorrep.

ATTORREP: Vietri di Potenza

Ma altre opere sono ancora in Sicilia e in Italia…… e non dimentichiamo che con il Giudice Giovanni Falcone hanno perso la vita due giovani Pugliesi della sua scorta Rocco di Cillo di Triggiano (Ba)

Rocco Di Cillo Un ragazzo solare che aveva tanti sogni e tanto da vivere

Un ragazzo che amava la cultura e leggere e a cui il suo Paese, per tener vivo il suo ricordo, ha dedicato una bellissima Biblioteca e un Auditorium adibito a mostre e conferenze.

Calimera (Le) non dimenticherà mai Antonio Montinaro, l’angelo custode del giudice Falcone che tutti amavano e chiamavano “pesciolino” poiché suo padre aveva una pescheria in paese.

Antonio Montinaro: una selva di capelli scomposti e tuta da meccanico.

D. Qual’ è la responsabilità dell’artista in quei tempi che stiamo vivendo? R.“Raccontare in modo sobrio, narrare, riuscire ad avere una propria etica nel narrare, riuscire ad emozionare con eleganza” conclude la Risi.

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