La RAI e due programmi per “incontrare” grandi donne

GRANDI DONNE all’onore delle cronache, ottimi programmi, ma trasmessi su RAI STORIA E SU RAI 3 in seconda serata,.praticamente per pochi ….peccato per le ottime ricostruzioni storiche e per le attrici impegnate, di volta in volta, in quei ruoli.

Maria Catalano Fiore

Si la grande MAMMA RAI trasmette dei filmati, documentari e ricostruzioni su Grandi Donne Italiane (e lo scrivo in maiuscolo) che hanno lasciato il segno e/o fatto la Storia del nostro paese.

Donne che hanno rappresentato un punto di riferimento nel loro mondo, il cinema, la letteratura, il giornalismo, la moda: da Alida Valli a Liala alla Pivano.

Per conoscerle meglio la RAI ha prodotto due ottime serie, ma non vorrei essere cattiva, chi le seguirà su quei canali e a quell’ora?

Se l’intento è far capire anche alle generazioni attuali e future chi sono state, l’idea è ottima, ottima anche la scelta dei soggetti, ma RAI STORIA lo seguono in pochi, sinceramente io spesso all’ora di pranzo seguo le repliche. Qualche mese fa si era parlato anche di sopprimerlo, poi una petizione, di gente alla ricerca di un briciolo di cultura o storia, ha fatto rinsavire la dirigenza RAI.

RAI 3 in seconda serata, presuppone che nessuno vada a lavorare o a scuola il giorno dopo. Andranno, poi, in onda nel palinsesto del martedì e poi del giovedì…. Un mero dispendio di denaro e svilimento per le brave attrici che hanno interpretato i ruoli di quelle Grandi Donne. Non da ultimo una bella, ed elegante, presa per i fondelli per tutte le donne.

Margaret Madè nel ruolo di Alida Valli.

Donne veramente importanti, impersonate da attrici famose, superando il genere ostico e noioso del solo documentario, ma svilendo notevolmente queste interpreti. Ad interpretare, molto professionalmente, queste Grandi Donne ha cominciato ieri sera, 28 settembre, è stata Margaret Madè nel ruolo di Alida Valli.

Alida Valli in una delle sue prime e famose interpretazioni

La conduttrice Elena Stancanelli ha “intervistato” il personaggio. Le interviste sono state realizzate mettendo in scena parole realmente usate dalle protagoniste, selezionate e storicamente verificate.

Alida Valli, pseudonimo di Alida Maria Altenburgher von ….und Fraueberg, è nata in Croazia, a Pola nel 1921 e morta a Roma nel 2006. Una delle più espressive attrici del cinema italiano ed internazionale che ha cavalcato stili e generi. Nata a Pola, su territorio italiano di ottima famiglia, madre pianista e padre triestino, professore e critico musicale, il Barone Gino.

Dopo vari spostamenti comincia la sua carriera abbreviando il cognome in Valli. Una vita complessa, due mariti, due figli e convivenze importanti, lunga ed importante carriera, ma nonostante non sia stata mai amante delle cronache e del lusso ha finito la sua vita sostenuta dal vitalizio Bacchelli.

Nella prossima puntata, sempre di martedì su RAI STORIA si darà vita a Liala, interpretata da Giuliana De Sio

Liala la più prolifera scrittrice del genere rosa in Italia

Liala, pseudonimo di Amalia Liana Negretti Odescalchi (Varese 1897-1995), coniugata Cambiasi, non ha scritto solo romanzi rosa, ma molti, considerati all’epoca, “d’appendice”. Notevolmente prolifica la sua produzione. I suoi libri invadono gli scaffali delle librerie e si vendono in pochi giorni.

Deve il suo pseudonimo a Gabriele D’Annunzio, il quale volle darle un nome che contenesse ortograficamente un’ala. Di famiglia altolocata (ma non ricca) sposò prima il marchese Cambiasi, molto più anziano, ma nonostante le due figlie le cose non andavano. Separata, sposa poi un altro marchese aviatore, suo grande amore che muore drammaticamente nel 1926. Per superare questo dolore Liala comincia a scrivere. Quasi tutti i suoi romanzi sono ambientati in ambienti militari, infatti dal 1930 al 1948 è legata ad un altro colonnello. La conoscenza di questi particolari spiega molta della sua produzione letteraria.

Dal 1946 Arnoldo Mondadori editore crea, su idea di Liala, per il vasto pubblico il settimanale “Confidenze di Liala”, poi solo “Confidenze” a tutt’oggi in edicola.

Nel terzo appuntamento si inquadrerà la figura di Colette Rosselli nata Colette Cacciapuoti nata a Losanna nel 1911- Roma 1996, da madre inglese e padre napoletano, molto agiato. Nota anche con lo pseudonimo di donna Letizia, scrittrice, illustratrice e pittrice italiana. Dopo una lunga relazione, cominciata negli anni 50, nel 1974 sposa Indro Montanelli, in seconde nozze, il cognome Rosselli le resta dal primo matrimonio con Raffaello Rosselli, separata dal 1940.

La sua vita e carriera, interpretata dall’attrice Sandra Ceccarelli, comincia come scrittrice di successo durante le seconda guerra mondiale che poi evolverà nella la sua seguitissima rubrica di bon ton e di saper vivere che ha tenuto prima sul settimanale “Grazia”, poi su “Gente”. Ma la sua carriera ha spaziato anche sulle riviste di moda più importanti ed internazionali. Collabora anche con l’attrice Franca Valeri: è suo il personaggio della “Signorina Snob”, poi “Signora Cecioni. Sino a che stanca di essere “sottopagata” riprende a scrivere ed a dipingere. Al suo attivo numerose mostre.

Sarà poi la volta della stilista Fernanda Gattinoni (1906-2002). Nata vicino Varese, si trasferisce giovanissima Londra per seguire il suo istinto, dove negli anni 30 presenta già una sua collezione. A Parigi, poi Coco Chanel la convince a collaborare al suo Atelier.

Nel 1930 rientra a Milano, dove dirige la “Sartoria Ventura”. A fine guerra si trasferisce definitivamente a Roma dove fonda la sua casa di moda: “La Maison Gattinoni”. A Roma collabora con i grandi registi dell’epoca vestendo attrici famose quali Audrey Hepburn, Anna Magnani, Ava Gardner, Ingrid Bergman. Nel 1956 realizza tutti i costumi per il kolossal “Guerra e Pace”.

Una carrellata di abiti storici della “maison Gattinoni”

Dal 1961 Margaret d’Inghilterra fa scandalo indossando i suoi vestiti e non quelli di stilisti inglesi. Il volto, carattere e voce di Fernanda saranno dell’attrice Elisabetta De Palo. (nota al grande pubblico come la Mirella Bonelli di “Vivere”).

Le Grandi e Geniali sorelle milanesi Angela e Luciana Giussani (le creatrici di Diabolik) interpretate da Valentina Carnelutti e Olivia Magnani. Angela (1922-1987), Luciana (1928-2001) una coppia di fumettiste impareggiabili.

Creano “Diabolik” il primo fumetto nero italiano in formato tascabile. Angela, pur avendo sposato l’editore Sansoni, fonda con Luciana, con sede nel suo vasto appartamento una sua casa editrice, dopo un esperimento con il personaggio di “Fantomas”, nel novembre 1962 viene pubblicato “Diabolik”, con una lunga serie di successi, scritti a 4 mani, del re del terrore.

Nel febbraio 1987 Angela muore, a soli 65 anni, Luciana continua sino al 2000. Nel 2001 muore anche Luciana. R.i.p.

Infine l’aviatrice Carina Massone in Negrone (1911-1991) una delle prime aviatrici italiane, interpretata da Lorenza Indovina.

Nel 1933 è la prima donna italiana a conseguire il “Brevetto di Pilota” rilasciato dalla RUNA, la Reale Unione Nazionale Aereonautica. Abile in numerosi sport, prediligeva il volo, all’epoca destinato solo agli uomini, comunque ben interpretava la voglia di dinamismo futurista nonché quelle atletiche del regime. Nel 1934 stabilisce il suo primo record volando a 5.544 metri con un velivolo di categoria C. Grazie a questo primato, e supportata da Italo Balbo, decise di provare a migliorare il volo in altitudine detenuto da una francese di 11.289 metri. Addestrata come un pilota militare a Guidonia, il 20 giugno 1935 riuscì a raggiungere i 12.043 metri pilotando un biplano Caproni. Record sinora rimasto imbattuto in tutta la storia dell’aviazione.

Carina simula il volo

L’aviatrice conquista altri record e partecipa ad altre competizioni internazionali. In suo onore anche un suo francobollo emesso dalle Poste Italiane nel 1996.

Gli altri appuntamenti partiranno su RAI 3, sempre in seconda serata e saranno trasmessi di Giovedì. Presentano le storie di quattro donne, sempre con l’aiuto di attrici documentariste che viaggiano alla scoperta di:

Mariangela Melato nel racconto di Elena Sofia Ricci (1941-2013). Un’attrice indimenticabile ed indimenticata. Ha lavorato con grandi registi in Teatro e Cinema, ma forse il grande successo è arrivato, negli anni 70, con il sodalizio con Lina Wertmuller e Giancarlo Giannini.

Pluripremiata in vari modi, ha sempre alternato il Cinema al Teatro, lavorando saltuariamente in televisione. Ha anche studiato Arte, con la quale di dilettava. Mai sposata, ma legata per un lunghissimo periodo a Renzo Arbore. L’urna delle sue ceneri è conservata dalla sorella Anna.

Susanna Agnelli Donna e nome importanti qui con suo fratello Giovanni, ( 1922-2009) imprenditrice, politica e scrittrice, coniugata con il Conte Urbano Rattazzi. Nel suo ruolo Stefania Rocca

Crocerossina sulle navi che trasportano i feriti, durante il secondo conflitto mondiale, a fine guerra si sposa, con il Conte Urbano Rattazzi, da questo matrimonio nascono sei figli, ma divorziano nel 1975.

Laureata in Lettere e poi in Legge, nel 1974 diventa sindaco del Comune di Monte Argentario, carica che mantiene per 10 anni. Nel 1976 viene eletta anche deputato e nel 1979 Europarlamentare, nel 1983 senatrice. Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri dal 1983 al 1991. Tra il 1995 e 1996 ricopre il ruolo di Ministro per gli Affari Esteri, la prima italiana ad accedere al Dicastero della Farnesina.

Scrittrice e memorialista viene ricordata soprattutto per la sua autobiografia “Vestivamo alla marinara” best seller in Italia e all’estero. Per molti anni ha anche curato una rubrica di “Posta privata” sul settimanale “Oggi”. Morirà in pochi giorni, dopo un trauma femorale, per una caduta in casa.

La modella, stilista ed una forte personalità emergente nel panorama italiano Marta Marzotto (1931-2016) Marta Vacondio, suo vero nome, sarà interpretata da Nicoletta Romanoff

Marta nasce molto povera, figlia di un casellante e di una mondina, affidata ad un brefotrofio sino ai tre anni, ricongiunta poi ai genitori. Frammentari gli studi, comincia presto a lavorare come mondina, poi come apprendista sarta, poi scelta come modella per sfilare. Come modella lavora 11 ore al giorno per riuscire a mantenersi, sino a quando, ad inizio anni 50 conosce il Conte Umberto Marzotto, comproprietario di una industria tessile. Dopo un po’ si sposano ed hanno 5 figli.

Marta è innamorata e sopporta i tradimenti del marito, per mantenere unita la famiglia, ma in un viaggio a Roma, sul finire degli anni 60, conosce in un salotto d’Elite, il pittore Renato Guttuso. Guttuso la corteggia e la sommerge di lettere, Marta si lascia trasportare, ma senza mai lasciare il marito. Rifiorisce, ricomincia a frequentare il bel mondo, si circonda di menti illustri e personaggi passati alla storia.

Guttuso ne fa la sua musa Marta torna a dedicarsi alla moda, ma come stilista sia di abiti che di gioielli. La sua popolarità cresce sempre più, diventa ospite fissa di salotti privati e televisivi. Lei stessa ha un suo salotto privato nell’attico di Piazza di Spagna, dove vive, frequentato da personalità come Alberto Moravia, Dario Bellezza, Sandro Penna, Alberto Arbasino, Daniela Romano e Franz Borghese ed altri.

Il rapporto con Guttuso cessa improvvisamente dopo venti anni. Nel 1976 conosce Lucio Magri, una relazione importante di altri dieci anni, un po’ amara però.

Nel 1986 Marta perde tutti i suoi amori: divorzia dal Conte Marzotto, chiude definitivamente con Magri e Guttuso. Nello stesso periodo, la contessa Marzotto, che conserva il cognome, comincia a scrivere, escono due libri: “Il successo dell’eccesso” e “Una finestra su Piazza di Spagna”. Si dedica come sempre alla beneficienza e cause umanitarie, non dimentica le sue origini ne le nasconde.

In occasione dei suoi 80 anni le è dedicata una mostra a Palazzo Morando di Milano, all’interno del Museo della Moda, Costume e Immagine. Nel 2016 muore a Milano circondata dai suoi figli e nipoti.

Dulcis in fundo l’intellettuale e traduttrice, giornalista d’eccellenza Fernanda Pivano (1917-2009) interpretata da Valentina Cervi.

Fernanda Pivano in una immagine giovanile

Fernanda, Nanda o Luna Pivano, figura di rilievo nel panorama culturale italiano per il suo impegno nella traduzione e nella divulgazione di opere della letteratura americana contemporanea, ma non solo, Fernanda è stata un’ottima saggista confermando in Italia un metodo critico sulla testimonianza diretta, sulla storia del costume e sull’indagine storico-sociale degli scrittori e dei fenomeni letterari. Metodo adottato anche da storici e critici d’arte, o almeno da chi si ritiene tale.

Dopo gli studi a Torino, inizia la sua attività letteraria sotto la guida di Cesare Pavese, curando la prima traduzione italiana dell’ “Antologia di Spoon River” di E.L. Masters nel 1943, qualificandosi da subito come una delle maggiori interpreti della letteratura statunitense contemporanea e con una intensa opera. A lei si devono le traduzioni di W. Faulkner, E. Hamingway, F. S. Fitzgerald, T. Wilder ecc…..

Fernanda Pivano con Cesare Pavese

In particolare si è impegnata nella traduzione e divulgazione delle opere della “Beat generation”, ad esempio J. Kerouuac; poi tra i promotori del minimalismo degli anni ottanta. Si è dedicata anche alla narrativa.

Nel 1949 sposa l’architetto e designer Ettore Sottsass jr. e si trasferisce a Milano. Non hanno figli, il matrimonio si incrina tra alti e bassi nel 1971, si separano solo nel 1990, ma non hanno mai divorziato.

la coppia Pivano- Sottsass

Nel 1956 la Pivano compie il primo viaggio negli Stati Uniti, seguito da numerosi altri, anche in altri paesi del mondo.

Tra i suoi numerosi contributi critici i migliori sono senza dubbio quelli che privilegiano la testimonianza diretta, offrendo vivaci ritratti degli scrittori e dei fenomeni letterari.

Dal 1992 Socia Onoraria dell’Accademia di Brera, numerosi i premi alla sua opera. Il suo ricco patrimonio documentario e librario è confluito nella Biblioteca Riccardo e Fernanda Pivano, inaugurata a Milano nel 1998.

Sicuramente queste Grandi Donne meritavano una prima serata, con riscontro e opportuno gradimento non indifferente. Anche per rispetto del lavoro delle attrici, ricercatori, registi ecc… E ancora, non si invoglia certo a guardare questi programmi non diffondendone neppure la programmazione. Io che seguo, comunque RAI STORIA, più interessante delle varie isole, solo oggi, ho letto un trafiletto che comunicava l’inizio di questi special, ma cominciavano…..martedì sera!

La RAI, mi dispiace, ma dall’epoca dei grandi sceneggiati o produzioni è scesa notevolmente di livello e se, per caso, programma qualcosa, sbaglia alla grande tutto il palinsesto. Evidentemente, ancora una volta esistono solo grandi o piccoli uomini degni della prima serata, Grandi Donne NO!

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