Gioia del Colle, riemerge un antico fregio del Castello

Castello di Gioia del Colle, la ricostruita sala del Trono ad opera dell’arch. Angelo Pantaleo nei lavori di recupero e rifacimento del 1919

Maria Catalano Fiore

indagine fotografica di Mimmo Milano

Da alcuni giorni il Mr. Mimmo Milano, ha pubblicato diverse immagini del Castello Svevo Angioino di Gioia del Colle.

Mimmo Milano è un gioiese doc, ama la sua bella cittadina e spesso scatta delle belle foto dei suoi angoli più suggestivi, delle sue pietre, di tutto ciò che narra la sua storia millenaria.

Tra i vari scatti uno in particolare lo ha spinto a pubblicarlo, ad indagare, ed a coinvolgere la Direzione Regionale della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali della Puglia.

Fregio/Rosone ritrovato e fotografato da mimmo Milano.

Questo fregio decorativo pare risalga al restauro del Castello di Gioia del Colle finanziato dal marchese O. De Luca Resta ad opera dell’architetto cav. Angelo Pantaleo, Ispettore per i Monumenti e Scavi della Provincia di Bari che tra il 1907 ed i 1909 seguì i lavori di ristrutturazione del maniero e di demolizione di dimore fatiscenti e sue “superfetazioni”. Ed ancora tra il 1919 ed il 1920.

In questa foto di inizi 900 si nota come il cortile interno sia stato modificato con l’aggiunta di varie costruzioni

Durante questi lavori, e conseguenti studi da parte dello Sorico Arthur Haseloff, (1872-1955) importanti soprattutto per le indagini condotte sulle costruzioni degli Hohenstaufen nell’area meridionale italiana tra il 1904 ed il 1915. Pantaleo e Haseloff riescono ad individuare almeno un’altra torre nel castello di Gioia del colle.

Veduta d’insieme del Castello di Gioia e di tutte le supperfettazioni

Purtroppo il crollo del 1929, che coinvolge tutta la cortina settentrionale del Castello, hanno completamente distrutto i resti di tale Torre sicuramente di epoca Sveva.

Ad inizio 900, pare databile il fregio/rosone decorativo scoperto da Mimmo Milano nel giardino, di proprietà del dott. Boscia, confinante con la parete del Castello. Stando a quanto emerso si tratterebbe di un “deposito temporaneo” effettuato durante qualche lavoro di restauro del Castello e poi dimenticato.

Castello di Gioia del colle, attuale aspetto del cortile interno.

I castelli di epoca federiciana, infatti, si sviluppano sempre intorno, ed inglobando, una preesistente Torre di avvistamento Normanna. In questo caso il Castello pare abbia una fondazione di epoca bizantina, risalente al IX secolo, Una specie di casa torre e delle mura intorno, in epoca Normanna, la casa diventa una vera torre di avvistamento, il Donjon centrale e le mura vengono alzate per consentire rifugio alle popolazioni soggette ad invasioni e scorribande. L’architetto/artefice è Riccardo Siniscalco appartenente alla dinastia normanna degli Altavilla, che ne diventa anche il primo feudario. Successivamente Ruggero II il Normanno, aggiunge altre due torri negli angoli Nord-Est e Nord-Ovest.

Si sviluppa come Castello solo nel 1230, con Federico II che vi fa sosta al rientro da una crociata e che rifonda completamente tutto il “Castrum” di Gioia del Colle. Aggiunge, inoltre una nuova torre a Sud-Est.

E’ con l’imperatore Federico II, quindi, che assume la sua conformazione attuale a pianta quadrangolare con torri ai 4 angoli, compresa la torre ormai perduta Sempre alla presenza di Federico II è legata la leggenda della sua quarta moglie Bianca Lancia, a quanto pare suo unico grande amore che gli ha dato tre figli, rinchiusa in una torre, perché sospettata di tradimento, sino a morirne disperata.

Una bifora palesemente rifatta

Il castello entra a far parte di quella rete di residenze e fortificazioni disseminate tra la Capitanata e la Sicilia. Federico II, amante della caccia è stato spesso a Gioia per cacciare nei boschi della “Silva Regia”

Il Castello poi passa in mano angioina ed aragonese, dei feudatari Principi di Taranto prima, dei Conti di Conversano sino al 1600, dei Principi di Acquaviva sino agli inizi del 1800. Nel corso di questi secoli passa da postazione militare a dimora abitativa perdendo importanza e passando man mano nel degrado.

Castello di Gioia trono palesemente neo gotico

Con il restauro l’architetto Angelo Pantaleo cerca di ripristinare la pianta e le caratteristiche dell’impianto svevo, ma si lascia anche prendere la mano nelle ricostruzioni abitative impostandole su stereotipi medioevali, aggiungendo Bifore e trifore, nonché gli arredi nella sala del Trono.

Nel 1955 il Castello viene acquisito dal Ministero della Pubblica Istruzione. Tra il 1959 ed il 1974 è sottoposto ad ulteriore restauro.

Reperti vari

Dal 1977 è sede del Museo Archeologico di Gioia del Colle, ospita i reperti degli scavi di Monte Sannace ed anche reali reperti medioevali.

Dal dicembre del 2014 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali gestisce il Castello tramite il Polo Museale della Puglia, dal gennaio 2019 diventato Direzione Regionale Musei.

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