Digital Art

Si parla molto di Arte Digitale o Digital Art, ma cosa significa? Da quando? Ma soprattutto, attenzione alle frodi.

Maria Catalano Fiore

L’Enciclopedia Treccani Arte afferma: “Con Digital Art o Arte Digitale si definisce un’opera o una pratica artistica che utilizza la tecnologia digitale come parte del processo creativo o di presentazione espositiva. Dagli anni 70, sono stati usati vari nomi per descrivere tale processo, tra cui “Computer Art” ed “Arte multimediale”.

L’arte, si sa, è sempre in costante evoluzione ed è la prerogativa che le permette di essere una vera espressione della contemporaneità e “specchio” di una società.

L’Arte Digitale comincia ad affacciarsi già negli anni 50. In questo periodo Ben Laposky e Manfred Frank cominciano a sviluppare le prime idee che si diffondono su vasta scala dagli anni 70 in poi. Con la diffusione dei personal computer, molti cominciano a cimentarsi in questa tecnica.

Il ruolo dell’artista, d’Arte Digitale, è quello di trasportare, e diffondere, l’arte attraverso le nuove tecnologie creando anche numerosi sbocchi lavorativi. Vasta l’applicazione di questa tecnica tra installazioni e set cinematografici.
Continue le intersezioni tra digitale e reale. E comunque la critica d’arte può essere sempre soggettiva.

La Fotografia assume un grande ruolo in questa tecnica: una bella foto professionale di Michele Lotito, ad esempio, può rappresentare già una base per un prodotto digitale.

Michele Lotito: Alba…

Importantissimo, sempre e comunque, il concetto di unicità.

Può esser unico uno scatto di Lena Losacco Sandrucci, che in una passeggiata sulla Murgia pugliese incontra, liberi, una giumenta con i suoi puledrini e riesce, a fermare l’attimo, con uno scatto.

Lena Losacco Sandrucci

Può diventarlo anche uno scatto, amatoriale, ma pieno di contenuti, come questo di Faustino Tarillo che riesce a rendere il movimento di una fonte “miracolosa”, nei pressi di un santuario pre-romano prima della Dea Mefiti, poi Madonna di Rossano, su suolo lucano.

Foto che possono anche essere elaborate, ma devono rappresentare sempre un “unicum”. Tutte le foto che sono soggette, per legge, alla protezione del copyright, se replicate, devono essere numerate e firmate sul retro.

Faustino Tarillo: Fonte di Rossano

Nelle valutazioni di opere d’arte si parte sempre dagli oli, o polimaterici, di maggior valore, proprio perché “unici”. Di seguito le copie, sempre numerate e controfirmate, le litografie, idem, numerazione su tiratura dichiarata e firma, le stampe o retusce che alla fine valgono ben poco, sono multipli.

Le stampe su tela, disponibili in tantissimi punti vendita, però, sono multipli, quindi, una volta acquistate non valgono neppure quei pochi spiccioli.

Acquistano un relativo valore solo se rielaborate a mano, controfirmate ed autenticate. Un “Certificato di Autenticità dell’opera” ha valore solo se emesso da una Galleria d’Arte o controfirmato da uno storico dell’arte, meglio se “expertise”. Una foto se vi piace, se per voi ha un significato, è comunque, un ottimo acquisto.

Diffondo questi chiarimenti, non per “fare la saccente” solo per, e chi vive nel mondo dell’arte lo sa, chiarire che, se si vuole fare un acquisto o un investimento in denaro, bisogna tutelarsi. Da “expertise” mi capita di dover valutare opere, importanti, ma anche litografie o altro, datate sia di artisti scomparsi o ad alta tiratura o retusce, acquistati in buona fede che, purtroppo, non valgono neppure la carta su cui sono stampate.

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