Aiace è l’abbraccio del respiro, la bellezza sopravvissuta alla cementificazione selvaggia

Un murales per raccontare un territorio

Cinzia Montedoro

«La città invisibile», progetto di street art atta a valorizzare alcune aree della città di Gravina in Puglia, attraverso la misura “Sthar Lab” messa a disposizione dalla Regione Puglia, il progetto nasce dall’idea di alcuni artisti e curatori di Gravina per riaccendere l’interesse rispetto all’enorme patrimonio culturale di questo luogo. Una città magica abitata ininterrottamente da 8.000 anni la cui bellezza è sopravvissuta alla cementificazione selvaggia e alla disgregazione sociale.

Ed’è in questo contesto, che grazie la sensibilità l’artistica di Roberto Capriuolo prende forma “Aiace è l’abbraccio del respiro”, l’artista rivede nell’elmo negato ad Aiace una città che deve ancora riscattare al mondo la sua presenza e la sua bellezza in un contenitore chiamato Gravina.

I ritrovamenti di ceramica italiota nei contesti funerari del territorio di Gravina in Puglia e la già nota documentazione di vecchi scavi, segnalano un ruolo di primo piano della Peucezia interna nel processo formativo della tradizione figurativa italiota tra la seconda metà del V secolo a.C. e i primi decenni del IV secolo.

Tra Ceglie, Rutigliano, Ruvo, Monte Sannace e Gravina si sviluppa una grande area di diffusione di vasi attribuiti ai ceramografi protolucani della prima generazione compresi i prodotti di maggiore impegno e complessità iconografica. In particolare a Gravina sono numerose le attestazioni di ceramiche protolucane della prima generazione con specifico riferimento ai prodotti dall’officina di Amykos. Un corredo ritrovato a Botromagno nella tomba n.2 recuperata nel 1994, contiene un gruppo di esemplari di scuola protolucana che documentano l’attività di Amykos. Le immagini rappresentate sui vasi di Amykos in questa tomba, che spiccano per il loro valore sotto il profilo stilistico e iconografico, alludono a due tematiche fondamentali, l’eroismo in guerra e la centralità del culto di Dioniso.

Il primo tema è evocato sulla spalla di una hydria da scene e sequenze di duelli che richiamano il racconto dell’Iliade e che vede protagonisti alcuni personaggi riconoscibili dell’epopea omerica, Patroclo accasciato al suolo, affiancato da Aiace Telamonio, che lo sorregge, e da Menelao che si getta nella mischia a combattere per vendicare la morte dell’amico.

Analoghe tematiche si ritrovano sui vasi figurati ritrovati a Gravina in due tombe di guerriero recuperate poco più di dieci anni l’una dall’altra, (1988 e nel1999) all’interno di una vasta area di necropoli denominata Padre Eterno che si estende lungo il costone occidentale del torrente Gravina ai piedi del colle Botromagno.

Nelle due tombe, oltre ai vasi sono stati ritrovati elementi metallici come armi in ferro, strigile, grattugia e lebete in bronzo e in una delle due tombe la n.4 del 1988 l’elmo che nella sepoltura del 1998 non è stata ritrovato.  Ed è l’elmo l’elemento caratterizzante della tomba n.4, con tutto ciò che evoca ed enfatizza: la scena dipinta sul vaso principale figurato del complesso, un cratere a colonnette, è incentrata su tale oggetto-simbolo.  La scena rappresenta la partenza di un guerriero, costituendo forse il suggestivo richiamo all’ultimo viaggio del personaggio della sepoltura che al momento dell’allontanamento dalla vita terrena ha voluto portare con sé il proprio elmo e le proprie armi.

Tali reperti si possono ammirare nella loro bellezza nel Museo Civico. Dopo la lettura del testo di Angela Ciancio pp.47-57 in “LA CéRAMIQUE APULIENNE”, di Martine Denoyelle, Enzo Lippolis 2005, l’artista Roberto  Capriuolo, ispirandosi al motivo dell’eroismo in guerra, immagina e vuole rappresentare sul suo muro il momento che tradizionalmente precedeva lo scontro  tra due duellanti antagonisti nei racconti omerici (richiamati  dalle decorazioni dei vasi nei contesti funerari gravinesi); la vestizione del guerriero con armatura ed elmo ad opera  della moglie, in questo caso la vestizione  dell’eroe greco Aiace Telamonio. Per l’esecuzione dell’opera sceglie la tecnica dell’affresco, usualmente non utilizzata dai writers, e in chiave POP ART presenta la vestizione del gigante e guerriero Aiace, la cui presenza non è visibile ma sottintesa dal gesto di sua moglie Tecmessa che abbraccia l’elmo e ascolta l’eco del respiro del suo amato prima della sua partenza e lo scontro in guerra contro Ettore, suo acerrimo nemico. Entrambi i rivali lotteranno per la gloria della loro patria, ma ad Aiace mancherà il riconoscimento di valoroso guerriero quando gli sarà negata la restituzione delle armi e dell’elmo di Achille. L’opera è visibile sulla parete di una palazzina di Via San Massimiliano Kolbe.

Aiace è l’abbraccio del respiro

Morte, quanta morte

Urlavi mio signore alle genti

Serpi, strisciavi nel viaggio

Evocando Omero.

Colsi le tue parole

Impazzite

Vidi la tua follia

Impeto funesto

Come un leone

Onestamente suicidandoti muori.

Roberto Capriuolo

Roberto Capriuolo è un artista poliedrico, vive e lavora a Gravina in Puglia. “Amo la sincerità della mia fragilità. Sono un sogno senza linee ma con molti cerchi come da piccolo amavo che girasse il mondo. Una Danza continua di forme nel vortice. Non amo sparire, ma amo parlare, amo le lacrime il sale è il mio sapore. Sono dolce con la vita ma con la mia mente. Strido i denti per le parole che vorrei dire. Non parlo ma vorrei urlare nella luce”.

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